WorldTour: i ciclisti che si ritirano nel 2024

Autore: Stephen Puddicombe_

Con la fine dell’anno, è il momento di salutare quei ciclisti che non vedremo più in gara, pronti a iniziare una nuova fase della loro vita. Tra loro ci sono nomi molto amati dai tifosi, specialisti eccezionali in un ruolo specifico e, in Mark Cavendish, uno dei più grandi di sempre.


Mentre lui e Grace Brown hanno chiuso la loro carriera con grandi successi, altri hanno visto il rendimento calare con l’avanzare dell’età. Ma non dobbiamo dimenticare i loro trionfi passati e ciò che li ha resi unici. Abbiamo scelto 12 ciclisti che si ritirano, evidenziando un momento chiave della loro carriera, quando hanno raggiunto l’apice delle loro capacità.

Mark Cavendish

Tappa 21, Tour de France 2012


È difficile riassumere una carriera come quella di Mark Cavendish in poche righe, e sarà sicuramente raccontata in dettaglio in futuro. Ma come scegliere una sola vittoria tra le oltre 150 conquistate?

Probabilmente, l’immagine simbolo della sua carriera sarà quella della vittoria sugli Champs-Élysées alla fine del Tour de France 2012. Con la maglia iridata conquistata l’anno prima, sulla sua tappa preferita della corsa che amava di più, al massimo della forma (fu la sua 23ª vittoria di tappa in soli cinque Tour), quel momento riassume tutto ciò che ha reso la sua carriera così speciale.

Grace Brown

Liège–Bastogne–Liège 2024

A differenza di molti altri ciclisti che si ritirano, Grace Brown lascia il ciclismo non in calo di forma, ma nel pieno della sua ascesa. L’australiana è sempre stata una delle cicliste più spettacolari del gruppo, capace di animare le corse con i suoi caratteristici attacchi solitari dalla lunga distanza, difficilissimi da contrastare. Tuttavia, è stato solo nel 2024 che è entrata nell’élite assoluta del ciclismo, vincendo l’oro nella cronometro olimpica, l’oro nella cronometro ai Mondiali e la Liège–Bastogne–Liège, regalando così alla sua carriera un addio da favola.

Grace Brown

Grace Brown - Liège–Bastogne–Liège 2024

Grace Brown ha vinto tra un gruppo selezionatissimo di cicliste a Liegi (Billy Ceusters/ASO). Tra le sue vittorie del 2024, quella alla Liège–Bastogne–Liège rimarrà impressa più di tutte per il modo in cui ha dominato la corsa. Con coraggio, è andata in testa nelle fasi iniziali e ha trovato le energie per vincere uno sprint ristretto contro avversarie presumibilmente più fresche e forti. Questo trionfo acquista ancora più valore pensando a quanto era andata vicina alla vittoria nelle edizioni precedenti, con due secondi posti nel 2022 e nel 2020.

Thomas De Gendt

Tappa 8, Tour de France 2019

Thomas De Gendt è stato così bravo a entrare e orchestrare fughe da lontano che le sue imprese hanno definito un modo di vincere unico e riconoscibile. Ha trionfato in questo modo in tutti e tre i Grandi Giri, oltre che in cinque delle sette principali corse a tappe del WorldTour (incluse cinque tappe alla Volta a Catalunya), su alcune delle salite più iconiche del ciclismo, come il Mont Ventoux e il Passo dello Stelvio.

La vittoria sullo Stelvio è stata la sua affermazione più spettacolare, arrivata in un momento in cui sembrava destinato a lottare per le classifiche generali. Tuttavia, il successo che meglio rappresenta la sua carriera è quello alla tappa 8 del Tour de France 2019. In una giornata lunga e massacrante nel Massiccio Centrale, De Gendt ha staccato uno a uno gli altri componenti della fuga e ha incredibilmente resistito al ritorno del gruppo, conquistando la vittoria con una dimostrazione di grinta, coraggio e determinazione che lo hanno reso un vero idolo tra i tifosi di ciclismo.

Rigoberto Urán

Tappa 9, Tour de France 2017

Per alcuni ciclisti, arrivare secondi al Tour de France, al Giro d’Italia e ai Giochi Olimpici potrebbe essere visto come una serie di occasioni mancate. Per Rigoberto Urán, invece, questi risultati raccontano la storia di un atleta che ha superato ogni aspettativa, ottenendo ben più di quanto fosse lecito attendersi.

Lo stile di corsa di Urán era basato su un’attenta pianificazione e un uso intelligente delle energie, senza mai cercare di mettersi troppo in mostra. Tuttavia, un momento di assoluto protagonismo durante la sua miglior prestazione al Tour de France del 2017, concluso al secondo posto dietro Chris Froome, lo ha visto brillare. In quella tappa alpina, Urán ha battuto in volata un gruppo di favoriti per la classifica generale, conquistando la sua unica vittoria di tappa al Tour e dimostrando tutto il suo talento e la sua tenacia.

Tour de France 2017Rigoberto Urán - Tappa 9, Tour de France 2017

Urán (a destra) ha offerto la miglior prestazione della sua carriera al Tour del 2017 (Bryn Lennon/Getty Images).

I risultati di Rigoberto Urán raccontano solo una parte della sua eredità. Ovunque abbia corso, è stato amato universalmente dai suoi compagni di squadra. È stato una figura fondamentale per l’affermazione della generazione d’oro dei talenti colombiani, con una storia personale difficile che ha mostrato quanto fosse arduo emergere dal passato tormentato del suo Paese.

Coryn Lobecki

Giro delle Fiandre 2017

È passato abbastanza tempo da quando Coryn Lobecki vinceva regolarmente, tanto da far dimenticare quanto fosse straordinaria al suo apice. L’americana era una delle velociste più forti del gruppo, capace di accumulare 20 vittorie in carriera, ma il suo talento andava ben oltre la pura velocità. La vittoria al Giro delle Fiandre del 2017 è stata il coronamento della sua carriera.

Al termine di una primavera memorabile, in cui aveva già vinto il Trofeo Alfredo Binda, Lobecki quel giorno superò ogni aspettativa. Riuscì a restare in gara sulle dure salite del Muur-Kapelmuur, dell’Oude Kwaremont e del Paterberg e, con l’aiuto della sua compagna di squadra alla Sunweb, Ellen Van Dijk, riagganciò cicliste del calibro di Annemiek van Vleuten e Anna van der Breggen, per poi vincere allo sprint.

Edvald Boasson Hagen

Tappa 17, Tour de France 2011

Sarebbe ingiusto dire che la carriera di Edvald Boasson Hagen sia stata segnata da aspettative non soddisfatte. Anche se il riservato norvegese non è mai diventato il fenomeno assoluto che molti immaginavano all’inizio della sua carriera, una carriera con 81 vittorie (un totale che, secondo ProCyclingStats, lo pone al 41° posto nella classifica di tutti i tempi) non può essere considerata altro che un grande successo.

La maggior parte delle sue vittorie è arrivata grazie alla sua abilità negli sprint, sia contro grandi gruppi che in volate più ristrette. Tuttavia, quella che meglio rappresenta il talento poliedrico che ha reso Boasson Hagen un corridore così emozionante è la tappa 17 del Tour de France 2011. Quel giorno, riuscì a superare scalatori riconosciuti come Bauke Mollema e Sylvain Chavanel, sfruttando poi le sue eccezionali capacità di discesa per arrivare in solitaria al traguardo a Pinerolo.

Michael Mørkøv

Tappa 13, Tour de France 2021

Non molti ciclisti possono vantare di essere i migliori al mondo in qualcosa, e ancor meno possono essere considerati i migliori di sempre. Ma quando si parla di lanciare le volate, Michael Mørkøv potrebbe meritare questo titolo. Dopo essersi inizialmente fatto un nome come instancabile specialista delle fughe, si è reinventato come apripista, e il resto è storia. Mørkøv è stato fondamentale per la rinascita di Mark Cavendish al Tour de France 2021 (Tim de Waele/Getty Images).

Tra il 2019 e il 2022, è stato l’elemento comune durante l’era di dominio delle volate della Quick-Step, lanciando Elia Viviani, Sam Bennett, Mark Cavendish e Fabio Jakobsen verso vittorie di tappa al Tour de France. La sua reputazione era così alta che Cavendish lo ha voluto specificamente al suo fianco quando è passato all’Astana. Mørkøv è stato presente sia per la storica 35ª vittoria di Cavendish al Tour quest’anno, sia per la 34ª vittoria nel 2021, quando il suo lancio fu così perfetto che arrivò lui stesso in seconda posizione, davanti a tutti gli altri velocisti.

Michael Morkov and Mark Cavendish

Mørkøv è stato fondamentale per la rinascita di Mark Cavendish al Tour de France 2021 (Tim de Waele/Getty Images). 

Christine Majerus

Boels Ladies Tour 2019

Una delle figure meno celebrate del gruppo, Christine Majerus ha fatto parte dell’inarrestabile squadra SD Worx / Boels-Dolmans per 11 anni prima di ritirarsi alla fine di questa stagione. Durante quel periodo, è stata un elemento chiave di innumerevoli successi, rispettatissima all’interno del team come capitana di altissimo livello e come una gregaria eccezionale, capace di proteggere le sue leader su ogni tipo di terreno. Sempre al servizio della squadra, le occasioni per correre per sé stessa sono state rare, ma nel 2019 è riuscita a vincere una corsa a tappe del World Tour, il Boels Ladies Tour.

Robert Gesink

Tappa 14, Vuelta a España 2016

La carriera di Robert Gesink è stata divisa in due fasi. Inizialmente era considerato un giovane talento promettente nelle classifiche generali, emergendo come uno scalatore snello e spettacolare, capace di ottenere un paio di piazzamenti tra i primi cinque sia al Tour de France che alla Vuelta a España. Poi, con il declino delle sue capacità fisiche, si è reinventato con successo come gregario in salita e capitano per la Jumbo-Visma, la squadra a cui ha dedicato l’intera carriera. Sebbene non abbia mai vinto una corsa a tappe World Tour, è stato una pedina fondamentale nei quattro successi consecutivi della squadra alla Vuelta a España dal 2019 al 2023.

Durante la transizione tra queste due fasi, Gesink ha conquistato la vittoria individuale più importante della sua carriera: un trionfo in fuga sulla cima del Col d’Aubisque, nella tappa regina della Vuelta 2016.

Audrey Cordon-Ragot

Postnord Vårgårda WestSweden 2022

Considerando i problemi che Audrey Cordon-Ragot ha dovuto affrontare negli ultimi anni, dal grave ictus che l’ha costretta a interrompere la stagione 2022 alle successive controversie contrattuali, la sua capacità di continuare a gareggiare così a lungo è una testimonianza della sua incredibile determinazione.

Audrey Cordon Ragot

Audrey Cordon-Ragot - Postnord Vårgårda WestSweden 2022

Audrey Cordon-Ragot è stata una potente ambasciatrice per il ciclismo femminile durante tutta la sua carriera (Luc Claessen/Getty Images). La ciclista francese ha dimostrato di essere una atleta di qualità, come testimoniano le sue 21 vittorie in carriera, tra cui numerosi titoli nazionali e un successo nel WorldTour al Postnord Vårgårda WestSweden 2022. Quest’ultima vittoria è stata assegnata postuma dopo che Marianne Vos è stata retrocessa. Ma, soprattutto, Audrey si è distinta come una grande ambasciatrice dello sport, promuovendo migliori opportunità e salari per le donne nel ciclismo, e continuerà senza dubbio a farlo anche dopo il ritiro.

Domenico Pozzovivo

Tappa 3, Giro del Trentino 2012

Uno dei corridori più longevi del gruppo, Domenico Pozzovivo, ha detto addio al ciclismo all’età di 41 anni. Il Giro d’Italia è la corsa con cui è stato maggiormente associato, e può vantare il record di partecipazioni con 18 edizioni, tra cui sette piazzamenti tra i primi 10. Corridore di una coerenza unica, sempre affidabile per un buon piazzamento in classifica generale, ha mostrato il meglio delle sue capacità al Giro del Trentino 2012. In quell’occasione, grazie alla sua esile corporatura, ha dominato le ripide pendenze della Punta Veleno, conquistando sia la vittoria di tappa che la classifica generale.

Luke Rowe

Giro delle Fiandre 2016

Luke Rowe è stato il gregario e capitano per eccellenza. La sua calma costante e le sue decisioni sagge lo hanno reso una figura sottovalutata ma indispensabile durante il periodo d’oro del Team Sky, culminato con cinque vittorie consecutive al Tour de France tra il 2015 e il 2019. Non va dimenticato che il suo lavoro altruista ha comportato il sacrificio del suo notevole talento personale, come dimostra il quinto posto ottenuto al Giro delle Fiandre 2016.

La sua partenza segna la fine di un’era per il team Ineos/Sky, squadra in cui ha trascorso tutta la sua carriera e di cui è stato un simbolo dei successi passati.

Immagine di copertina Bryn Lennon/Getty Images

Autore: Stephen Puddicombe_

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