Remco Evenepoel ha annunciato ieri mattina, prima della partenza della sesta tappa, di voler prestare la maglia rossa a qualcun altro per togliersi un po' di pressione dalle spalle. Tuttavia, lo svolgimento della sesta tappa della Vuelta a España non è stato forse il modo in cui il corridore della Soudal-Quick-Step avrebbe sperato che andassero le cose: diverse sfide gli hanno impedito di mantenere il controllo della corsa.
Il primo problema che Evenepeol ha incontrato è stata l'enorme fuga che è riuscita a formarsi nelle prime fasi della tappa e il talento che ne faceva parte, tra cui il vincitore della tappa Sepp Kuss. Poi, il tempo che la fuga è riuscita a guadagnare sul gruppo, stabilendo un distacco di oltre sei minuti su Evenepoel e gli altri contendenti alla classifica generale. Infine, l'arrivo in vetta, che ha visto il belga distanziato dopo l'attacco di Primož Rolgič a 2 km dall'arrivo, seguito da Jonas Vingegaard. Evenepoel ha faticato a tenere l'immenso ritmo che i corridori della Jumbo-Visma stavano imponendo sui pendii più ripidi della salita e, non avendo nessuno dei suoi compagni di squadra in grado di aiutarlo a colmare il divario, Evenepoel ha avuto il suo bel da fare per limitare le perdite.
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Sebbene sia riuscito a recuperare un po' di distanza tra sé e i contendenti alla classifica generale grazie a un grande sforzo nel superare diversi corridori, Evenepoel ha comunque tagliato il traguardo 24°, a 3:32 da Kuss e, soprattutto, a 32 secondi da Roglič e Vingegaard. Ora è sceso al nono posto in classifica generale, a 2:47 dalla nuova maglia rossa Lenny Martinez (Groupama-FDJ), ventenne dal potenziale immenso.
Evenepoel potrebbe sembrare un corridore facilmente suscettibile dopo una tappa negativa come quella di ieri, ma il 23enne nell'intervista post-gara ha affermato con calma: "Non male. Mi sentivo bene, ma non sono riuscito ad accelerare quando gli altri sono andati via. Ho dovuto tenere il mio ritmo e alla fine sono stato 30 secondi più lento rispetto ai più veloci. Non mi sembrava di andare a tutta, era più uno sforzo controllato, ma non potevo superare quel limite. Ci sono giornate così. Oggi è toccato a me, non avevo le gambe migliori".
Fortunatamente per Evenepoel, le sue gambe non proprio ottimali sono riuscite a limitare le perdite. Riuscendo a trovare il suo "ritmo", si trova ancora sopra i suoi principali rivali in classifica generale. Tuttavia, il distacco non è così rassicurante come prima dell'inizio della tappa. Enric Mas (Movistar) è a soli tre secondi da Evenepoel, Vingegaard a cinque, Primož a otto, Juan Ayuso (UAE Team Emirates) a sedici e Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) a due ore e dieci.
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Anche se la giornata è stata negativa, il giovane ciclista è fiducioso nelle sue capacità, accettando il fatto che ogni ciclista possa avere una giornata negativa, soprattutto quando si corre per tre settimane di fila. Ha detto: "può capitare una giornata storta, va bene così". Ma al di là della tappa pianeggiante di oggi, le montagne tornano nel weekend per un'altra battaglia per la classifica generale e Evenepoel dovrà tenere d'occhio il dinamico duo Jumbo-Visma, che è sembrato incredibilmente forte sull'ultima salita della sesta tappa. Dovrà anche fare attenzione ad Ayuso, che si è arrampicato bene e ha tagliato il traguardo subito dopo i corridori in giallo e nero. Anche Mas è scomodamente vicino e per un certo periodo è stato l'unico corridore a rimanere con Roglič e Vingegaard, ma alla fine è stato staccato e ha guadagnato solo otto secondi su Evenepoel. L'unico corridore di classifica di cui Evenepoel non deve preoccuparsi al momento è Geraint Thomas, che sembra soffrire in questa prima settimana di Vuelta.
Ieri poteva andare molto peggio per la Soudal-Quick-Step e per Evenepoel, ma lo slancio in questa corsa è chiaramente ora della Jumbo-Visma, e Evenepoel dovrà sperare in un ritmo più tranquillo nei prossimi giorni. Si spera anche che sia al riparo da qualsiasi malessere che ha colpito il suo compagno di squadra, Andrea Bagioli, e costretto ad abbandonare la corsa. E anche se quella di ieri non sarà stata la tappa decisiva per sapere chi indosserà la maglia rossa a Madrid, potrebbe certamente rappresentare un punto di svolta significativo nella lotta per la vittoria finale.