La Vuelta a España non è stata gentile con Geraint Thomas. Partito con grandi ambizioni, era uno dei cinque grandi favoriti, ma la prima settimana è stata a dir poco da incubo. Mentre i tanto attesi rivali mostravano tutto il loro vigore e si sfidavano, lui è rimasto indietro; prima ha perso due compagni di squadra per infortunio; poi ha trovato dei chiodi sul percorso che hanno forato i suoi pneumatici; poi ha avuto un problema meccanico nella crono della 10ª tappa; e, soprattutto, è parso fuori ritmo nelle quattro prove di montagna.
Con la gara che sta entrando nel pieno della seconda settimana, Thomas, a 13 minuti dal leader della corsa Sepp Kuss, ha ricalibrato i suoi obiettivi. Lui e la sua squadra Ineos Grenadiers sanno che non vale la pena inseguire un risultato di poco conto in classifica generale, quindi si pone ora come un cacciatore di vittorie di tappe.
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Nell'undicesima tappa, una tipica giornata della Vuelta a España che è stata per lo più pianeggiante fino alla salita finale con 600 metri di dislivello, Thomas è stato uno dei 26 corridori che si sono infiltrati nella fuga che è rimasta in vita fino alla fine. Era ancora lì sulle ripide pendenze della Laguna Negra e per un attimo è sembrato il più in forma per vincere quando mancavano solo 500 metri all'arrivo. Sul traguardo, però, è stato Jesús Herrada della Cofidis a trionfare, mentre le gambe di Thomas non ne avevano più e lui si è dovuto accontentare del quinto posto.Non è stato il risultato che il britannico avrebbe voluto, ma è stata un'indicazione del fatto che corre questa Vuelta per ottenere un risultato degno di nota. Probabilmente ora adotterà il ruolo di Thibaut Pinot, ovvero quello di andare in fuga alla ricerca di vittorie di tappa, e nel frattempo scalare silenziosamente la classifica generale. Come conseguenza della sua giornata in fuga, ora si trova a sette minuti e mezzo dalla testa della corsa e a poco più di quattro minuti da Aleksandr Vlasov, decimo.
Si tratta forse di un distacco troppo esiguo per consentirgli di partecipare a future fughe con un notevole margine di tempo, ma gli exploit di Pinot al Giro d'Italia di quest'anno lo hanno portato dal 20° posto in classifica generale al quinto posto a Roma; il francese ha vinto anche la classifica delle montagne. C'è quindi un modello da seguire per Thomas, che cerca di recuperare qualcosa di positivo da quella che è stata finora una Vuelta sfortunata.
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I suoi tentativi sono anche una dichiarazione di intenti. A 37 anni, non ha ancora finito. Continua a pronunciare parole in tal senso e sembra che la sua prestazione al Giro, quando la vittoria gli è stata strappata da Primož Roglič per soli 14 secondi, l'abbia rivitalizzato. Si prevede che firmerà un prolungamento del contratto di due anni con Ineos ed entrambe le parti hanno espresso pubblicamente il desiderio di vederlo tornare al Tour de France, gara che ha vinto nel 2018.
Nonostante l'avanzare dell'età e una serie di sfortune, il gallese rimane un combattente, impegnato a resistere nonostante la sfortuna. Ha vinto solo una tappa (Critérium du Dauphiné, 2021) dal Tour 2018, ma sembra intenzionato ad aggiungere al suo palmarès la prima vittoria in carriera in Spagna nella prossima settimana e mezzo. Non c'è nessuno che glielo neghi.