Dylan van Baarle ha vinto la Parigi-Roubaix in stile, di potenza e convincendo tutti. L'olandese della Ineos-Grenadiers ha capitalizzato il duro lavoro squadra nella prima parte della gara e ha poi attaccato nelle fasi finali cruciali di corsa. L'ultima mossa, quella decisiva, è arrivata a 19 km dall'arrivo, nel settore di pavé a quattro stelle di Camphin-en-Pevèle.
Ma cosa ci è voluto, da un punto di vista fisiologico, per vincere la Parigi-Roubaix? Quali sono stati i numeri prodotti da Van Baarle per trionfare nell'Inferno del Nord?
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Possiamo trovare queste risposte se guardiamo l'attività Strava di Van Baarle di domenica scorsa. Che non è stata un'uscita domenicale qualunque ...
Foto: Zac Williams/SWpix.com
Van Baarle ha percorso i 262,81 km tra Compiègne e Roubaix in 5 ore, 52 minuti e 21 secondi a una velocità media di 44,8 km/h (e una massima di 75,8). Questo tempo è anche stato il più veloce della storia della corsa, che mai era stata vinta così in fretta. E la prestazione di Van Baarle è stata semplicemente straordinaria.
Domenica, il tempo nel nord della Francia era perfetto per correre in bicicletta a tutto gas: con temperature che tra i 12-22°C e il 50% di umidità, come riportato dal Garmin Edge 1030 Plus di Van Baarle. Il file del percorso evidenzia anche un vento laterale di 14,4 km/k. Questo è stato il momento in cui la gara, sotto alla pressione della Ineos si è frantumata già prima delle sezioni di pavé. Tuttavia, è probabile che il vento – in quel frangente – fosse anche più forte.
Foto: Dylan van Baarle/Strava
In secondo luogo, nonostante quello che pensiamo di solito delle classiche del nord (cioè che il Fiandre è collinari, mentre la Roubaix è piatta), il dislivello positivo non è da poco, con un totale di 1.495 metri da scalare. Non proprio un piattone.
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La potenza media di Van Baarle per l'intera gara è stata di 307 watt, con un picco di potenza di 1126w. Molto probabilmente il picco lo ha raggiunto quando ha attaccato nel settore di Camphin-en-Pevèle, o quando ha fatto da ponte alla fuga (non ha dovuto fare la volata a fine gara perché è arrivato da solo). Allo stesso tempo, però, la sua potenza ponderata (Normalized Power), quella che riflette lo stress fisiologico dovuto ai vari picchi di potenza durante lo sforzo, è stata di 341W.
Foto: Dylan van Baarle/Strava
Van Baarle non ha nascosto nulla dal suo file Strava e ha incluso anche la frequenza cardiaca media (147 bpm, massima di 176) e la cadenza (88rpm medi con un sorprendente 172 rpm massimi).
Per vincere la Roubaix Van Baarle ha anche bruciato 6483 kilo Joules di energia, che corrispondono 7071 kilo calorie. Un'apporto calorico mastodontico e che corrisponde a 14 Big Mac: sicuramente un malsano ma gratificante spuntino di recupero post-Roubaix - nel caso Van Baarle avesse voluto finire lunga giornata senza deficit calorico. Numeri che danno anche un'idea dello sforzo immane che bisogna produrre per vincere quella che per molti è la Monumento più importante della stagione.
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Infine, su Strava Van Baarle ha anche vinto un paio di KOM: "is this cobble love part 2 (35:16 a 358W e 45,3 km/h", "Pavé de Vertain à Saint-Martin-sur-Écaillon (3:02 a 456 watt e 45 km/h)" e in Auchy-lez-Orchies à Bersée - secteur pavé (3:54 a 430W e 41,2 km/h). Ma abbiamo l'impressione che il trofeo roccioso abbia avuto un significato maggiore rispetto ai segmenti di Strava.
Foto di apertura: Zac Williams/SWpix.com