Penso che uno dei motivi principali per cui il Tour de France cattura l'attenzione di così tante persone sia per il viaggio, in senso letterale. Molti eventi sportivi sono stati in grado di commercializzare efficacemente il viaggio metaforico intrapreso dai loro protagonisti - pensiamo al calcio, al biliardo, all'atletica, o persino al Torneo dei Candidati del 2024 che decide lo sfidante del campione del mondo di scacchi (o forse vale solo per me) - ma pochi altri sport offrono un'esperienza di viaggio così tangibile. La gara ciclistica, simile alla corsa, è un percorso che va dalla partenza al traguardo, con la differenza che nel ciclismo i tifosi sono particolarmente attenti alle posizioni dei corridori e affascinati dai paesaggi che la gara attraversa.
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Il Tour di quest'anno si presenta come un viaggio davvero speciale. Mentre scrivo questo articolo, ci troviamo a metà del Giro d'Italia, e diventa sempre più evidente che quest'anno, con la Grande Partenza che ha inizio nel Bel Paese, il Tour de France assume un significato ancora più speciale. In sole tre tappe, avremo l'opportunità di vivere il meglio dell'Italia: Firenze, centro d'arte rinomato; Rimini e Cesenatico, che incarnano la cultura balneare romagnola, con tutti gli aspetti positivi e negativi; Bologna, celebre per la sua straordinaria scena culinaria (un fatto che, indubbiamente, parla da sé); e infine Torino, culla dell'antica industria automobilistica italiana e, per la Generazione X come me che passavo alcune serate degli anni '90 davanti alla TV, patria della Juventus FC.
E così, attraverso le Alpi, la Borgogna, le pianure della Francia centrale, il Massiccio Centrale, i Pirenei, la Valle del Rodano, di nuovo le Alpi e infine Nizza. In altri articoli di questa rivista ho già discusso della tappa finale che si svolgerà sulla Costa Azzurra, ma è sufficiente dire che questo Tour è davvero unico, anche se personalmente mi mancherà il tradizionale epilogo parigino.
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La varietà di paesaggi e culture che questo viaggio di tre settimane offrirà è semplicemente straordinaria, e spero che nessuno di noi la consideri scontata o la perda di vista quando la competizione sportiva prenderà il sopravvento. A volte sembra che riduciamo le tappe del Tour alla loro distinzione di base - pianura, collina o montagna. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che, sebbene queste informazioni siano cruciali per la gara, il paesaggio presenta differenze più sottili, anche se per i ciclisti una ripida salita può sembrare simile a un'altra.
Le Alpi si ergono maestose, mentre i Pirenei si presentano in tutto il loro verde splendore; le dolci colline della Borgogna sono radicalmente diverse da quelle del Massiccio Centrale. Una tappa pianeggiante con arrivo in volata a Torino offrirà un'esperienza estetica completamente diversa rispetto a una tappa simile a Saint-Amand-Montrond o a Nîmes, nonostante i corridori si sfidino per la vittoria nello stesso modo.
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Questa rivista rappresenta una celebrazione del Tour de France 2024 e di molto altro ancora. Abbiamo condotto interviste coinvolgenti con alcuni dei protagonisti e esplorato la cultura e la storia del percorso. Il Tour è indubbiamente la più grande corsa ciclistica del mondo e, come tutti voi, non vedo l'ora di immergermi nelle tre settimane che ci attendono.