La Pinarello Dogma è un’icona tra le bici di fascia alta. L’edizione 2025 sarà all’altezza della sua leggendaria reputazione?
Winston Churchill è spesso citato per il famoso aforisma: “Migliorare significa cambiare, essere perfetti significa cambiare spesso”. Una filosofia che molti produttori di biciclette sembrano aver preso alla lettera nei loro cicli di sviluppo.
Osservando la nuova Pinarello Dogma F 2025, tuttavia, il cambiamento volto al miglioramento potrebbe non essere immediatamente evidente. A prima vista, è esattamente ciò che ci si aspetta da una Dogma: il telaio inconfondibile con le sue curve eleganti, la forcella iconica e il carro posteriore asimmetrico. Eppure, Pinarello assicura che le modifiche apportate in questa versione sono rilevanti, anche se, per usare le parole del brand, “marginali”.
Invece di elencare ogni singolo aggiornamento introdotto sulla nuova Dogma F, mi concentrerò sulla struttura e sulle prestazioni complessive. Se desiderate un’analisi dettagliata delle novità, potete consultare il nostro articolo dedicato al lancio.
Naturalmente, una bici con una storia così prestigiosa (e un prezzo altrettanto importante) porta con sé aspettative altissime. È stata progettata per competere ai massimi livelli e realizzata con un contributo diretto, più che mai, da parte dei ciclisti del team Ineos Grenadiers. Ho avuto il privilegio di provarla per alcuni mesi dopo il lancio estivo, per capire se possa davvero giustificare un investimento così significativo anche per gli amatori più esigenti.
Telaio e configurazione
Pinarello offre una gamma di configurazioni e colorazioni per la nuova Dogma, ma quella che ho ricevuto era nella versione di lancio, dotata del gruppo completo Shimano Dura-Ace R9200 e delle inconfondibili ruote Princeton Peak 4550, equipaggiate con coperture Continental GP5000 TR da 28 mm. Tuttavia, non sono certo le ruote a catturare per prime l’attenzione. La colorazione “luxter blue” è una delle più audaci dell’intera gamma e sicuramente attirerà molti sguardi durante le uscite di gruppo, se questo è un aspetto che apprezzate.
Pinarello continua a equipaggiare le sue bici dotate di gruppi Shimano con guarniture 50/34 e cassette 11-30. Come ho sottolineato testando la Pinarello F7, un modello di fascia più bassa, l’anno scorso, penso che una bici pensata per il racing beneficerebbe di una guarnitura 52/36 come standard, soprattutto considerando che il 12 velocità consente ora di passare facilmente a una cassetta 11-34, nel caso servisse un rapporto più agile.
Il manubrio è una versione aggiornata del Most Talon Fast, prodotto internamente da Pinarello. È stato ridisegnato per essere più stretto e leggero rispetto alle versioni precedenti, e ritengo che rappresenti uno dei principali miglioramenti del design di questa bici. La mia bici, in taglia 57.5, era dotata di un manubrio da 44 cm (misurati esterno-esterno) e di un attacco da 120 mm. Tuttavia, la nuova forma, con flare pronunciato, fa sì che la larghezza si percepisca solo alla fine delle curve. La parte superiore misura circa 40 cm, mentre la naturale inclinazione verso l’interno delle leve riduce la larghezza percepita a 38 cm.
Approfondirò più avanti l’impatto di queste modifiche sulla guida, ma è importante notare che, con la nuova Dogma F, si è vincolati a utilizzare questo manubrio per via del cannotto di sterzo ovale proprietario, progettato per migliorare l’instradamento dei cavi.
Il tubo sterzo è stato assottigliato, contribuendo a un miglioramento estremamente marginale dello 0,2% del coefficiente di resistenza aerodinamica (CdA) complessivo della bici. Tuttavia, le modifiche più rilevanti al design del telaio includono il rinforzato movimento centrale denominato “aero-keel” (una sorta di chiglia aerodinamica), progettato per migliorare ulteriormente le prestazioni controvento.
Il peso di questa configurazione si aggira poco sopra i 7,6 kg, comprensivo di pedali, supporto per il ciclocomputer e portaborracce. Non si tratta di una bici pensata per chi cerca il massimo della leggerezza, ma rimane comunque competitiva rispetto alla maggior parte delle biciclette di alta gamma con freni a disco disponibili sul mercato.
La guida
Iniziamo con i grandi punti di forza della Pinarello Dogma F. Posso affermare con sicurezza che questa è la bici con la miglior maneggevolezza che abbia provato negli ultimi tempi. Avevo avuto sensazioni simili anche con il modello precedente (sebbene con meno tempo in sella), ma questa versione è assolutamente straordinaria sotto questo aspetto. In discesa o affrontando curve veloci, non ricordo di essermi mai sentito così sicuro e fiducioso su una bici. La sensazione è di stabilità, controllo totale e quasi di essere improvvisamente diventato un discesista di livello WorldTour. È difficile dire a quale aspetto specifico della bici attribuire questo risultato: Pinarello ha apportato una leggera modifica all’inclinazione della forcella nel modello più recente, ma qualunque sia la ragione, è un elemento che andrebbe mantenuto anche nelle versioni future.
Anche sui tratti pianeggianti, la Dogma F sembra eccellere. Considerando che i dati riportati da Pinarello parlano di miglioramenti aerodinamici molto marginali, non credo che questa sensazione sia dovuta solo a quei benefici. È piuttosto il pacchetto complessivo del telaio e delle eccellenti ruote Princeton che dà l’impressione di estrema velocità, come se ogni pedalata fosse sfruttata al massimo nelle fasi di sforzo intenso e sostenuto. Anche il cockpit più stretto ha contribuito a una maggiore sensazione di velocità. Tuttavia, l’unico punto debole in questo contesto è stata la corona da 50 denti: Nei tratti più veloci delle uscite di gruppo, una corona da 52 denti avrebbe sicuramente permesso una pedalata più efficiente.
Il telaio è uno dei più rigidi che abbia mai provato; non c’è praticamente alcun cedimento in nessuna area. Personalmente lo apprezzo, e non ho avvertito un aumento delle vibrazioni o del rumore proveniente dalla strada a causa di ciò. Tuttavia, se si passa direttamente da una bici di fascia inferiore a questa, potrebbe essere necessario un po’ di tempo per abituarsi, soprattutto se si è abituati a un telaio più flessibile quando si pedala fuori sella o durante uno sprint. A questo proposito, credo che la Dogma F potrebbe essere un’ottima bici per gli sprinter, se non fosse per il manubrio. Sebbene abbia apprezzato la forma e il feeling del cockpit, ho notato un certo livello di flessibilità nei drop, che crea un contrasto piuttosto strano con il telaio estremamente rigido durante gli sprint. Non lo considero un problema insormontabile, soprattutto vista la mia limitata propensione agli sprint, ma posso immaginare che un velocista di livello WorldTour possa essere più infastidito da questa sensazione.
In salita, la Dogma F è una macchina da guerra. Ma si comporta in modo simile a come fa sui tratti pianeggianti. Voglio dire che è eccezionale nelle lunghe salite, quando si pedala seduti con una potenza costante applicata ai pedali; sembra quasi premiare ogni sforzo sostenuto. Non è altrettanto brillante nelle accelerazioni rapide fuori sella, ma non è neppure lenta. Credo che esistano bici più reattive per chi cerca prestazioni di punta su strappi brevi e ripidi, ma in quel caso si dovrebbe probabilmente sacrificare un po’ della velocità in linea retta per ottenerle. La Dogma F cerca di essere tutto per tutti i ciclisti, ma inevitabilmente questo significa che potrebbe risultare meno performante in alcune aree rispetto a bici progettate per scopi specifici.
Il verdetto
Finora non ho menzionato il prezzo, che parte da £12.600/€14.500/$14.500, posizionandola chiaramente nella fascia di lusso. È una cifra impressionante, ma in linea con quella dei principali concorrenti.
Quello che si ottiene per questa cifra è una bici che non ha subito alcun compromesso. È di altissimo livello in ogni dettaglio, chiaramente progettata e realizzata con cura, e assolutamente all’altezza del prestigio del nome Dogma F.
(Foto di Alex Luise/Pinarello)
La Dogma F è una bici da corsa straordinaria e coinvolgente, che mi ha realmente motivato a uscire a pedalare più spesso, cosa che non accade con tutte le bici che ho testato. Credo che la maneggevolezza, la migliore della categoria, giochi un ruolo fondamentale in questo, ma in realtà questa è una bici eccezionale, in grado di superare le aspettative di tutti, tranne i ciclisti più esigenti.
Migliorare significa cambiare, ma spero che Pinarello mantenga molti degli elementi di questa bici anche nella prossima versione.
Per ulteriori informazioni, visita https://pinarello.com