Massimo sforzo: Ecco perché Maxim Van Gils si accontenta di passare inosservato

Massimo sforzo: Ecco perché Maxim Van Gils si accontenta di passare inosservato

Autore: Chris Marshall-Bell Immagini: Zac Williams / Swpix

Quando chiediamo a Maxim Van Gils, rivelazione dell'anno per la Lotto Dstny, quale sia il corridore che ammiri di più, il ventiquattrenne dal ciuffo biondo non esita un secondo: "Julian Alaphilippe - risponde -L'unico corridore che ammiro davvero è lui. É ancora molto forte, ma nel suo periodo d'oro...wow, era incredibile. Sarebbe un sogno essere come lui".

In mezzo al ristretto numero di corridori che quest'anno ha vinto la maggior parte delle gare, le prestazioni di Van Gils sono passate un po' inosservate. Il belga è entrato in top five in ben undici gare di un giorno, mentre si è aggiudicato la Eschborn-Frankfurt ed è salito sul podio sia alla Strade Bianche che alla Freccia Vallone. Soltanto Tadej Pogačar e Mathieu van der Poel hanno fatto meglio di lui in quanto a costanza nei risultati.

Eppure, mentre si prepara ad affrontare il Giro di Svizzera in vista del suo secondo Tour de France consecutivo, si sa ancora poco del corridore che ha passato l'intera primavera imponendosi tra i migliori corridori da classiche, contribuendo al tentativo di riportare il proprio team nel World Tour. La cosa più importante però, è che nessuno sa dire se si tratti di un colpo di fulmine o un primo assaggio di ciò che verrà.

Capello lungo e biondo alla Beckham

Come molti bambini, Van Gils è cresciuto idolatrando i calciatori anziché i corridori. "Ma non ero per niente bravo a giocare a calcio - dice ridendo - avevo gli scarpini più belli in campo, ma facevo veramente schifo. Il mio allenatore mi diceva che sarebbe stato meglio se avessi smesso di giocare". Un paio di queste scarpe erano le Nike Tiempo indossate dal grande Ronaldinho, e ha anche copiato David Beckham indossando una fascia per i capelli. "Avevo dei capelli lunghi e biondi, stavo benissimo", dice ridendo.

Van Gils ha ammesso fin da giovane che il calcio non faceva per lui, ma accettare la sconfitta non è mai stato facile, indipendentemente dall'attività. “Abbiamo smesso di giocare a casa quando avevo circa 14 anni perché mi scontravo troppo con mio fratello che era estremamente competitivo – racconta - spesso piangevo dopo aver giocato”. 

Da ragazzo correva nelle kermesse in Belgio, ma non era un particolare talento. "A 17 anni però sono uscito dal mio Paese e sono andato a correre in Svizzera e in Francia con la nazionale. Lì ho scoperto che andavo meglio in salita. Fu la mia prima buona stagione e le cose cominciarono a migliorare sempre di più". Siglò un contratto con il team developement della Lotto Soudal nel 2018, e una manciata di risultati promettenti in varie gare tra Alpi e Pirenei fu sufficiente a farlo promuovere nella formazione principale nel 2021. "Sono ridiventato il ragazzo nuovo", ricorda, ma non per molto. Da quel momento la sua è stata una progressione ascendente e dopo sei anni come "apprendista" con la stessa squadra, adesso è legato alla formazione belga con un contratto a lungo termine, venendo considerato come uno dei corridori di punta - ma lui dice che il tutto non è ancora iniziato.

Fiducia da entrambe le parti

Si denota una cosa importante parlando con Van Gils: la sua sicurezza di sé. Il belga è sfacciato, un po' malizioso e sa esattamente cosa vuole. Prendiamo come esempio il modo in cui affronta l'eventualità di doversi trasferire dal suo Paese alla città francese di Grenoble, dove vive la sua ragazza. "É complicato perché la mia ragazza vuole il bel tempo e io non voglio pagare troppe tasse perché devo risparmiare il più possibile per la fine della mia carriera - spiega. "Sicuramente le persone mi giudicheranno, ma devi trovare un posto in cui ti senti a casa e in cui puoi allenarti bene. Andorra va abbastanza bene: ci sono buone montagne, un buon clima, poche tasse da pagare, ma è lunga la strada per arrivare all'aeroporto ogni settimana. Quindi dobbiamo vedere cosa accadrà".

Lui non vola frequentemente, a differenza di altri suoi compagni di squadra: "Tutti in squadra sanno chi sono: se corro molto mi rammollisco mentalmente e corro male". L'anno scorso è stato deciso che avrebbe trascorso più tempo a casa e meno in viaggio. "Ho detto che sarebbe stata la cosa migliore per me, ed ha funzionato alla grande. In questo modo posso andare ad ogni gara pronto per la battaglia, e poi una volta terminata posso rilassarmi".

Strade Bianche 2024 podium

Terzo posto alla Strade Bianche di quest'anno

Il 2024 è stato l'anno della svolta: ha preso il via alla Strade Bianche ed è stato in lizza alla Milano-Sanremo e alla Liegi-Bastogne-Liegi. "Il settimo posto alla Sanremo non mi è sembrato una cosa da pazzi, ma visti i corridori con cui sono arrivato è stato grandioso – riflette. Alla Liegi ho chiuso in quarta posizione e sono stato uno dei migliori in gara. Era anche una Monumento, quindi è stato importante". Il prolungamento di contratto fino al 2026 è arrivato appena pochi giorni dopo la Sanremo per scongiurare l'arrivo di altre pretendenti: "É un bene per la mia mente avere un posto sicuro, sono felice di essere qui - ha detto - il team crede in me ed io credo in loro. Non mi sembra che la crescita sia conclusa, abbiamo ancora molto da fare negli anni a venire".

 

Obiettivo Tour: avvistato

Van Gils non ha dubbi su quale direzione prenderà la sua carriera. “Sono sicuramente un corridore da corse di un giorno, è ciò che mi si addice di più. Posso adattarmi a quelle di una settimana, ma tre settimane sono troppo lunghe”. La sua competizione ideale sarebbe una Strade Bianche, solo più lunga: “220 km e più salite alla fine”, propone.

Maxim Van Gils Fleche Wallonne

Viste le sue ambizioni elevate, il belga è contento di non dare nell'occhio

Ha cerchiato cinque tappe del Tour de France come potenziali occasioni per lui, tra cui la prima tappa di montagna con partenza da Firenze. "É una bella frazione, ma in molti saranno interessati". Propongo l'ottava tappa con il suo percorso mosso che potrebbe fare al caso suo: "Tutto il giorno su e giù con un finale duro. Devo andare in fuga nell'ottava tappa, allora", sorride.

Al suo debutto al Tour lo scorso anno, è arrivato secondo sul Grand Colombier, e nonostante i suoi frequenti piazzamenti nel 2024, c'è sempre un'incognita su di lui, e questo è proprio ciò che lui vuole: " Sono un po' fuori dai radar, è vero - riconosce - ma mi piace, è bello andare a correre con meno pressione. Mi va bene così".

Vinci al Tour, però, e sarai veramente sotto le luci della ribalta. La sfida per Van Gils è trasformare il lampo di genio in una grandissima costanza: "Continuerò a migliorarmi e a lavorare sempre su me stesso - promette - non mi accontenterò mai del minimo".

Autore: Chris Marshall-Bell Immagini: Zac Williams / Swpix

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